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- Collezione: CSSUT - Centro Studi per la Storia dell’Università di Torino
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Nicola Tranfaglia Storico
A due anni dalla scomparsa di Nicola Tranfaglia (1938-2021), i saggi qui raccolti ripercorrono i principali itinerari di ricerca che egli, primo titolare della cattedra di Storia contemporanea dell'ateneo torinese, ha attraversato nella sua lunga attività di storico. Si è scelto di individuare per ciascun filone un saggio o un'opera esemplari e significativi del suo lavoro di ricerca: Paolo Soddu affronta Carlo Rosselli dall'interventismo a «Giustizia e Libertà» (1968), Emma Mana Dallo Stato liberale al regime fascista(1973), Bruno Maida l'elaborazione e la costruzione de Il mondo contemporaneo(1978-1984), Peppino Ortoleva la direzione, con Valerio Castronovo, della Storia della stampa italiana(1976-2001), Lorenzo Iacoviello La mafia come metodo nell'Italia contemporanea(1991), Marco Scavino La tradizione repubblicana: problemi e contraddizioni nell'ultimo cinquantennio(1996). La raccolta di saggi, introdotta da una cronologia della sua vita e da un profilo biografico/memoria redatto da Fabio Levi, è chiusa da una Bibliografia degli scritti di Nicola Tranfaglia, a cura di Cesare Panizza.
Two years after the death of Nicola Tranfaglia (1938-2021), the essays collected here retrace the main research paths that he, the first lecturer of Contemporary History at the University of Turin, went through his long activity as a historian. For each strand of his research, an exemplary and significant essay or work has been chosen. Paolo Soddu examines Carlo Rosselli dall'interventismo a"Giustizia e Libertà" (1968), Emma Mana Dallo Stato liberale al regime fascista (1973), Bruno Maida the elaboration and construction of Il mondo contemporaneo (1978-1984), Peppino Ortoleva the direction, with Valerio Castronovo, of Storia della stampa italiana (1976-2001), Lorenzo Iacoviello La mafia come metodo nell'Italia contemporanea (1991), Marco Scavino La tradizione repubblicana: problemi e contraddizioni in the last fifty years (1996). The collection of essays, introduced by a chronology of his life and a biographical profile/memoir written by Fabio Levi, is closed by a Bibliography of Nicola Tranfaglia's writings, edited by Cesare Panizza.
Regime e dissenso. 1931. I professori che rifiutarono il giuramento fascista
This special issue of the Journal of History of Turin University collects the essays of various scholars on the theme of the refusal of the oath of allegiance to the fascist government, which all of Italy’s university professors were required to sign in 1931 and on those personalities who, having opposed with firmness and courage to defend the rights of liberty, were expelled from the places of knowledge, grafted on elsewhere and gave fruit elsewhere. Thanks to the examination of new archival sources, editions of correspondence, recent studies on the fascist dictatorship and the antifascism, together with the interaction between the same authors, following the 1931 Regime and Dissent, The professors who refused the oath conference (Turin, 5-6 May 2021), it was possible to create a choral work with a wide range of points of view and historiographical approaches that shed new light on the protagonists of the refusal, on their works, memorials and testimonies, on relations with the authorities, the colleagues, the friends and students and on the Italian and international context.
Ercole Ricotti. Scritti sull’istruzione militare
Gli scritti sull’istruzione militare, qui presentati, risalgono a una stagione particolare della vita di Ercole Ricotti, che dal 1840 al 1855 si dedicò allo studio di questioni di storia e di istruzione militari con l’obiettivo di migliorare la formazione della truppa e degli ufficiali. Questo corpus di testi venne redatto tra il 1845 e il 1856 in un contesto caratterizzato da ampie riforme nel campo dell’Istruzione pubblica e in un clima politico segnato dalla sconfitta delle truppe piemontesi nella prima guerra d’indipendenza nel 1848-1849.
Maestri dell'Ateneo torinese dal Settecento al Novecento
Con il volume sui Maestri, il Centro Studi di Storia dell'Università di Torino ha inteso contribuire alle ricerche promosse dal Magnifico Rettore nella ricorrenza del sesto centenario della fondazione dell'Ateneo. Il Centro ha scelto di ricordare, in questa occasione, docenti di discipline diverse che, con il loro magistero, gli studi e le ricerche, hanno illustrato, tra il tardo Settecento e la prima metà del Novecento, l'Università di Torino.
I primi 11 saggi sono dedicati ad altrettanti Maestri in aree diverse del sapere, e alle scuole da essi create, cui seguono 74 schede bio-bibliografiche di altre celebri personalità nella ricerca e nella didattica presso l'Ateneo torinese.
Lezioni inedite di due corsi universitari
Fra i maggiori artefici del ‘risorgimento geometrico in Italia’, Corrado Segre offre uno degli esempi più alti del ruolo di maestro nella storia della matematica. I suoi corsi universitari sono una vera fucina di futuri ricercatori. La migliore testimonianza del suo duplice ruolo di caposcuola e di educatore è rappresentata dai 40 quaderni manoscritti in cui sviluppava con cura, ogni estate, l’argomento del corso che avrebbe tenuto nell’autunno successivo.
Emblematici sono i due quaderni che qui presentiamo, che raccolgono rispettivamente le lezioni del corso di Geometria superiore del 1890-91 e quelle del Corso di matematica che Segre tenne per quasi vent’anni alla Scuola di Magistero dell’università di Torino. Il primo, dedicato alla geometria sulla curva algebrica, costituisce la base della sua fondamentale memoria del 1894, Introduzione alla geometria sopra un ente algebrico semplicemente infinito, che, come scrive l’allievo Francesco Severi, contiene ‘le radici’ della geometria algebrica italiana. Nel secondo, Segre, partendo da alcune considerazioni sulla natura della matematica, sugli scopi dell’insegnamento, sull’importanza dell’intuizione e sul rigore, propone un approccio innovativo alla formazione degli insegnanti, legato da un lato al suo modo peculiare di fare ricerca e frutto, dall'altro, di un attento esame delle recenti riforme e delle problematiche didattiche dibattute in Europa.
Corrado Segre (Saluzzo 1863-Torino 1924), leader della Scuola italiana di geometria, ricoprì presso l’università di Torino la cattedra di Geometria superiore dal 1888 fino alla morte, e la carica di preside della facoltà di Scienze dal 1909-10 al 1915-16. Sotto la sua guida, fra il 1891 e il 1912, prese avvio a Torino la Scuola italiana di geometria algebrica che annoverava matematici di alto livello fra i quali G. Castelnuovo, F. Enriques, F. Severi e G. Fano, e che portò l'Italia ad assumere una posizione di primo piano (führende Stellung) sulla scena internazionale. La sua attività scientifica si esplicò in varie direzioni e in ciascuna di esse egli aprì nuove strade: la geometria proiettiva iperspaziale e i suoi fondamenti, la geometria birazionale, la geometria numerativa, la geometria proiettiva differenziale degli iperspazi e la geometria proiettiva nel campo complesso. Il corposo articolo Mehrdimensionale Räume (1921) per la Encyklopädie der Mathematischen Wissenschaften, sugli spazi a più dimensioni, è un modello di chiarezza e di eleganza.
Ricominciare sempre da capo
Da Augsburg a Monaco, da Torino a Londra, e poi ancora a Roma, Parigi, negli Stati Uniti e in Israele, gli scenari del percorso biografico di Lotte Dann Treves si susseguono in questo suo diario, al ritmo tempestoso di un Novecento segnato da dittature, persecuzioni e guerre. Lo racconta, non senza ironia, la protagonista, allieva negli anni trenta di Giuseppe Levi, nel prestigioso Istituto di Anatomia dell'Università di Torino, dove si formarono i premi Nobel, Rita Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Profuga da una Germania intenta, agli ordini di Hitler, a costruire uno “Stato razziale” di nuovo tipo, Lotte Dann visse il segmento torinese della sua esperienza di studentessa straniera con grande intensità e passione, maturando profondi legami di appartenenza e affinità con l'Italia, la sua cultura e l'ambiente della ricerca sperimentale. Non bastarono le leggi razziali del 1938 e l'espulsione che per lei ne derivò, a disamorarla: in Italia sarebbe tornata nel dopoguerra, insieme a Paolo Treves, per una nuova vita e, appunto, per ricominciare da capo.
Il libro ritrovato
Era il 1915 quando Vittorio Cian e Vittorio Rossi decisero di raccogliere in un volume alcuni tra gli scritti meno noti del loro maestro e amico, scomparso prematuramente da pochi mesi. Allo scopo di celebrarne la prestigiosa carriera era stata pubblicata, tre anni prima della sua morte, un'ampia raccolta di Scritti vari di erudizione e di critica. Tuttavia il progetto del volume postumo intendeva presentarsi quale ulteriore «tributo ... di riverenza e d'amore», meno ufficiale e più intimamente legato agli interessi dell'amico scomparso, maestro della Scuola storica ma anche, pur in modo meno eclatante di Arturo Graf, intellettuale sensibile alle sollecitazioni del suo tempo. A distanza di cento anni dall'abbandono di quel progetto editoriale, arrivato fino in bozza presso l'editore Laterza con l'imprimatur di Benedetto Croce, Il libro ritrovato offre oggi al lettore la possibilità di scorrere ben ventinove saggi che rivelano l'eclettica personalità intellettuale del professore trevigiano, attento osservatore della storia culturale, estimatore d'arte, critico letterario curioso e aperto a una prospettiva cosmopolita e mitteleuropea.
Comunismo e Socialismo. Storia di un’idea
Nei due testi inediti redatti a Parigi e al confino di Avigliano in Basilicata, un giovane Franco Venturi, intellettuale in formazione, appassionato della cultura e della politica degli anni Trenta, presenta una Storia dell'idea comunista e socialista, che riaffiorerà poi, carsicamente, nelle sue riflessioni successive. Egli rivela in queste pagine un aspetto diverso della sua personalità di storico, autore del celebre Settecento riformatore. La figura del militante antifascista, con una salda cultura filosofica e politica, s'intreccia ai turbamenti di chi sente il peso tragico della realtà contemporanea. Il vitalismo dell'idea settecentesca di natura che diede forma all'economia e alla politica è al centro della riflessione sulla nascita dell'idea comunista e costituisce il punto di riferimento del manoscritto parigino del 1939. Emergono qui con chiarezza un metodo e una forma che Venturi opponeva agli schemi rigidi della cultura marxista nella Parigi degli anni Trenta, dove Élie Halévy teneva le sue conferenze e il giovane figlio dello storico dell'arte Lionello Venturi frequentava i gruppi di 'Giustizia e Libertà'. Nell'immobilità forzata del confino, qualche anno più tardi, Venturi collegherà il comunismo settecentesco alla riflessione sul socialismo ottocentesco, su Marx, sulla socialdemocrazia, sulla rivoluzione russa, tessendo quell'ordito che spiega come lo storico dell'illuminismo divenne anche l'autore del Populismo russo.