• Collezione: Dipartimento di Giurisprudenza

Il dono di capacità riproduttiva: la PMA con dono di gameti e la GPA negli ordinamenti francese e italiano

La Procreazione medicalmente assistita costituisce l’oggetto di un dibattito ormai quarantennale, rispetto al quale molti quesiti rimangono irrisolti: si può qualificare come cura in senso tradizionale? È più opportuno considerarla alla stregua di una cura per il benessere sociale e psicologico delle persone infertili? In particolare la PMA c.d. eterologa pone delle questioni peculiari: i primi soggetti nati dal dono di gameti sono ormai adulti, pertanto alle questioni etiche relative alla pratica in sé, si sono aggiunte quelle riguardanti gli interessi e i diritti di questi soggetti. La rivendicazione di un diritto a conoscere le proprie origini è cruciale. Occorre quindi chiedersi quale peso si intenda attribuire da un lato alla genitorialità sociale, dall’altro al patrimonio genetico. In questo senso l’analisi del modello francese di “PMA avec don de gamètes” offre spunti di riflessione essenziali. Il ruolo del dono e della genetica rileva anche rispetto alla Gestazione per altri, che pone tuttavia problematiche ulteriori, specialmente nell’ottica dei diritti delle donne e dei bambini. Il presente lavoro intende offrire una chiave di lettura trasversale a questi grandi temi, anche rispetto al gender bias che connota i diritti riproduttivi, al fenomeno della Cross-border reproductive care e alla prossima riforma delle leggi di bioetica in Francia.

Regioni e indirizzo politico: un itinerario tormentatoLe scelte in materia di istruzione e assistenza sociale

L’ipotesi, formulata già all’indomani della loro previsione, che le Regioni italiane fossero titolari di quella funzione di indirizzo politico che è tradizionalmente riconosciuta allo Stato, pur sostenuta sul piano teorico, è risultata più difficilmente verificabile nella prassi, in cui le dinamiche affermatesi nei rapporti fra i diversi livelli di governo hanno portato talvolta a dubitare della sua veridicità. Il lavoro prende in esame il tema dell'indirizzo politico delle Regioni ordinarie, soffermandosi, nella prima parte, sulle modalità e sugli aspetti problematici che ne hanno caratterizzato la determinazione e il perseguimento nel primo ventennio di vita dei nuovi enti e poi nel periodo successivo alle riforme degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Nella seconda parte le considerazioni hanno ad oggetto le scelte compiute dalle Regioni, soprattutto in seguito alla riforma costituzionale del 2001, in due settori correlati alla sfera dei diritti sociali, l'istruzione e l'assistenza sociale, nel tentativo di verificare se queste possano essere considerate espressive di un indirizzo politico proprio o costituiscano solo il risultato dei condizionamenti esercitati dallo Stato o del tentativo di emulazione di altre realtà territoriali.

Gestire i beni comuni urbani. Modelli e prospettive Atti del convegno di Torino, 27-28 febbraio 2019

Parchi, strade, edifici, aree verdi sono sempre più spesso definiti "beni comuni urbani", spazi che possono e devono essere fruiti e gestiti all'insegna dell'inclusione e della partecipazione. Nell'ultimo decennio, la ricerca di modelli per realizzare questo obiettivo è stata intensa, così come sono state numerose le sperimentazioni di soluzioni che oscillano tra l'applicazione di strumenti del diritto pubblico e del diritto privato. Questo libro raccoglie gli atti di un Convegno organizzato presso l'Università di Torino nel Febbraio 2019 e dedicato alla gestione dei beni comuni urbani. I contributi degli autori e delle autrici passano in rassegna le soluzioni sperimentate da associazioni, gruppi informali, e dalle pubbliche amministrazioni in numerose città italiane, offrendo le coordinate per comprendere il percorso di cambiamento nei rapporti tra amministrazioni e cittadinanza, nonché per orientarsi nel vasto panorama dell'auto-organizzazione e dei processi collaborativi.

Lo spirito del diritto ecclesiale. Scritti scelti di Rinaldo Bertolino

Il volume propone una raccolta di scritti scelti e significativi della produzione scientifica di Rinaldo Bertolino, per favorire una lettura più completa dell'opera del Maestro. Nei contributi raccolti, che spaziano dal diritto della Chiesa ai diritti degli ordinamenti statali, si esprime in maniera emblematica la sua peculiare visione del diritto, quale realtà che deve sempre tendere alla promozione dei valori più alti che attengono al bene materiale e spirituale della persona, e alla composizione armonica delle diverse esigenze di realizzazione autentica dell'umana esistenza.

L’amministrazione pubblica con i big data: da Torino un dibattito sull’intelligenza artificiale

A maggio 2019, pareva pionieristico parlare di big data e di intelligenza artificiale come strumenti di lavoro per le pubbliche amministrazioni; non così a poco più di un anno di distanza, dimostrando la lungimiranza nel sapere vedere una pubblica amministrazione capace di cogliere le sfide che l’innovazione tecnologica stava ponendo. Questo libro raccoglie prospettive inedite, nate dal dialogo tra studiosi del diritto pubblico e dell’informatica che, a rileggerlo oggi, mostra come il connubio tra questi due mondi scientifici sia imprescindibile per la ricerca del XXI secolo. Anche il luogo in cui si tenne questo convegno non è irrilevante: Torino. Città che a breve accoglierà l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, a dimostrazione che l’interesse per il tema ha assunto nel corso del tempo una notevole attualità, anche fuori dall’Accademia. L’idea è che la potenza del diritto è capace di interagire con gli strumenti dell’innovazione tecnologica (come l’intelligenza artificiale), non per bloccarne il suo avanzare, ma per legittimarlo verso prospettive compatibili con i diritti e i principi di una millenaria tradizione giuridica. Il “sapere nuovo” che emerge dalla lettura di questo libro è dunque un sapere capace di orientare il lettore tra le potenzialità e le sfide che la società dell’informazione e della comunicazione offre e pone alle Istituzioni pubbliche, alle quali si chiede di sapersi adattare con sapienza e capacità in vista del miglior perseguimento del fine dell’interesse pubblico.

Il trattamento dei dati personali nella ricerca biomedicaProblematiche etico-giuridiche

Lo sviluppo e la diffusione delle ICT digitali hanno ampliato enormemente la portata della produzione, raccolta, conservazione e condivisione di dati, con un impatto rivoluzionario sul modo di fare ricerca biomedica e sugli obiettivi della stessa. Sia per il progresso della ricerca biomedica traslazionale, che per la progettazione di programmi efficienti ed efficaci di organizzazione e gestione dei servizi sanitari, è diventato fondamentale per i ricercatori e per i responsabili di politiche sanitarie, l’accesso, la condivisione, il trasferimento e l’utilizzo di dati personali per finalità scientifiche, potenzialmente distanti da quelle per cui sono stati originariamente raccolti Una volta tracciato il processo evolutivo che ha portato all’emergere dell’approccio data intensive nella ricerca biomedica contemporanea, la monografia si concentra sugli sforzi del legislatore europeo di trovare un nuovo equilibrio tra esigenze individuali di tutela dei dati personali e istanze fondamentali di matrice generale, come, appunto, il progresso della ricerca scientifica, che va anche a beneficio della salute della popolazione e della sanità pubblica. Uno sforzo spesso ostacolato dai legislatori degli Stati Membri, che sfruttano il margine di discrezionalità a loro concesso dal reg. UE n. 679/2016 (meglio noto come “GDPR”) per riaffermarsi “sovrani” in materia di condizioni di liceità per i trattamenti dei dati sanitari. Ma l’uniformità normativa, adesso carente, è solo uno degli elementi necessari per progettare una governance della gestione dei dati e del ritorno dei risultati partecipata ed inclusiva, in grado di far fronte ai rischi, la cui portata è ancora incerta, derivanti dalle caratteristiche tipiche della ricerca biomedica contemporanea.

Il diritto internazionale per la pace e nella guerra. Sviluppi recenti e prospettive future. Liber amicorum in onore di Edoardo Greppi

Il volume raccoglie i contributi di illustri studiosi di diritto internazionale e di diritto dell’Unione sul controverso rapporto tra diritto, pace e guerra, argomento da sempre al centro degli interessi scientifici e delle riflessioni di Edoardo Greppi. L’opera si struttura in quattro parti. La prima affronta le questioni della prevenzione dei conflitti, della soluzione delle controversie e del ruolo delle organizzazioni internazionali in questo contesto. La seconda si concentra sul rapporto tra pace e processo di integrazione europea, anche alla luce del conflitto in Ucraina. La terza guarda al ruolo della giustizia penale internazionale quale strumento di mantenimento della pace. L’ultima parte, la quarta, analizza il rapporto tra conflitti armati, condotta delle ostilità e tutela dei diritti umani.

Il dovere di riserbo dei pubblici funzionarî nell’esperienza italiana e francese

Il presente lavoro indaga il tema del dovere di riserbo inteso come legittima limitazione alla libertà di espressione dei pubblici funzionarî. Il percorso seguito si snoda attraverso un confronto tra l’esperienza italiana (caratterizzata da un tasso più lieve di formalizzazione) e quella francese dell’obligation de réserve (connotata, invece, da un approfondimento ben più risalente della giurisprudenza amministrativa e, più limitatamente, del Legislatore), corredato da alcuni ulteriori cenni comparatistici inerenti le principali esperienze europee e nordamericane. Dopo aver analizzato gli aspetti generali della questione nel contesto italiano e francese, ci si concentra sull’approccio di questi due paesi rispetto a categorie particolari di funzionarî pubblici, ossia il personale militare, quello di pubblica sicurezza, quello diplomatico e quello appartenente alla Magistratura, avendo anche attenzione a specifici casi recentemente occorsi, ponendo in risalto le relative differenze e similitudini. Infine, ci si sofferma sull’evoluzione della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo in materia di limitazioni alla libertà di espressione ex art. 10 CEDU relativamente ai pubblici funzionarî, con particolare attenzione al delicato tema del riserbo degli esponenti dell’ordine giudiziario.

I doveri costituzionali. In ricordo di Giorgio Lombardi

Il volume raccoglie i contributi scientifici presentati in occasione di un Convegno in ricordo del professor Giorgio Lombardi (1935-2010) dal titolo “I doveri costituzionali”, svoltosi a Roma presso la Corte Costituzionale nel settembre 2022. I saggi presenti nel volume prendono in esame il tema dei “doveri”, che ha rappresentato uno dei temi ricorrenti degli studi di Giorgio Lombardi, illustre costituzionalista torinese, caratterizzato da una personalità e da un impegno poliedrici, mettendone in risalto con approcci e argomenti diversi le ricadute nel diritto costituzionale, nel diritto comparato e nella materia tributaria, con una grande attenzione alle problematiche del tempo presente. Il volume si compone di diversi saggi, alcuni dei quali volti a ricordare aspetti della personalità umana, scientifica e culturale di Giorgio Lombardi, altri dedicati più specificamente al tema dei doveri costituzionali, mettendo in evidenza l’importanza e l’attualità degli studi di Lombardi.

«Con somma cautela e maturità di giudizio» Centro, periferia e comunità in un Progetto di riforma nella Restaurazione sabauda

Le vicende dei rapporti centro/periferia e il regime giuridico delle comunità locali hanno rappresentato da sempre uno spaccato importante degli assetti giuridici degli Stati, particolarmente in epoca moderna. A queste vicende sono legati, infatti, sia questioni generali (attinenti, per esempio, alla forma stessa della compagine statale), sia aspetti più specifici, a partire dalla considerazione da parte del governo centrale dei cosiddetti «corpi intermedi» o le forme dello sviluppo delle classi dirigenti locali. Il presente lavoro presenta uno fra i tentativi di riforma elaborati fra il periodo di Carlo Felice e i primi anni di regno di Carlo Alberto, a testimonianza di un costante lavorio istituzionale precedente alle riforme degli ordinamenti pubblici locali attuate negli anni Quaranta del XIX secolo, secondo uno stile cauto e ponderato, ma non senza una buona dose di coraggio istituzionale.