• Collezione: CSSUT - Centro Studi per la Storia dell’Università di Torino

Quaderni di storia dell'Università di Torino, 10 (2009-2011)

Quaderni di storia dell'Università di Torino. - n.10 (2009-2011). - Torino : Celid, [2012]. - 222 p. ; 24 cm. ((Periodicità irregolare. - Non pubblicato nel 2006 e 2007

Quaderni di storia dell'Università di Torino, 9 (2008)

Quaderni di storia dell'Università di Torino / a cura di Angelo d'Orsi. - n.9 (2008)-. - Torino : Celid, 2009. - IX, 342 p. ; 24 cm. ((Periodicità irregolare. - Non pubblicato nel 2006 e 2007

Quaderni di storia dell'Università di Torino, 8 (2005)

Quaderni di storia dell'Università di Torino / a cura di Angelo d'Orsi. - A. 10, n.8 (2005). - Torino : Celid, 2006. - VIII, 250 p. ; 24 cm. ((Periodicità irregolare. - Non pubblicato nel 2006 e 2007

Quaderni di storia dell'Università di Torino, 6

Quaderni di storia dell'Università di Torino / a cura di Angelo d'Orsi. - n.6 (2004). - Torino : Il Segnalibro, [2004]. - X, 401 p. ; 24 cm. ((Periodicità irregolare. - Non pubblicato nel 2006 e 2007

Il libro ritrovato

Era il 1915 quando Vittorio Cian e Vittorio Rossi decisero di raccogliere in un volume alcuni tra gli scritti meno noti del loro maestro e amico, scomparso prematuramente da pochi mesi. Allo scopo di celebrarne la prestigiosa carriera era stata pubblicata, tre anni prima della sua morte, un'ampia raccolta di Scritti vari di erudizione e di critica. Tuttavia il progetto del volume postumo intendeva presentarsi quale ulteriore «tributo ... di riverenza e d'amore», meno ufficiale e più intimamente legato agli interessi dell'amico scomparso, maestro della Scuola storica ma anche, pur in modo meno eclatante di Arturo Graf, intellettuale sensibile alle sollecitazioni del suo tempo. A distanza di cento anni dall'abbandono di quel progetto editoriale, arrivato fino in bozza presso l'editore Laterza con l'imprimatur di Benedetto Croce, Il libro ritrovato offre oggi al lettore la possibilità di scorrere ben ventinove saggi che rivelano l'eclettica personalità intellettuale del professore trevigiano, attento osservatore della storia culturale, estimatore d'arte, critico letterario curioso e aperto a una prospettiva cosmopolita e mitteleuropea.

Maestri dell'Ateneo torinese dal Settecento al Novecento

Con il volume sui Maestri, il Centro Studi di Storia dell'Università di Torino ha inteso contribuire alle ricerche promosse dal Magnifico Rettore nella ricorrenza del sesto centenario della fondazione dell'Ateneo. Il Centro ha scelto di ricordare, in questa occasione, docenti di discipline diverse che, con il loro magistero, gli studi e le ricerche, hanno illustrato, tra il tardo Settecento e la prima metà del Novecento, l'Università di Torino. I primi 11 saggi sono dedicati ad altrettanti Maestri in aree diverse del sapere, e alle scuole da essi create, cui seguono 74 schede bio-bibliografiche di altre celebri personalità nella ricerca e nella didattica presso l'Ateneo torinese.

Ricominciare sempre da capo

Da Augsburg a Monaco, da Torino a Londra, e poi ancora a Roma, Parigi, negli Stati Uniti e in Israele, gli scenari del percorso biografico di Lotte Dann Treves si susseguono in questo suo diario, al ritmo tempestoso di un Novecento segnato da dittature, persecuzioni e guerre. Lo racconta, non senza ironia, la protagonista, allieva negli anni trenta di Giuseppe Levi, nel prestigioso Istituto di Anatomia dell'Università di Torino, dove si formarono i premi Nobel, Rita Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Profuga da una Germania intenta, agli ordini di Hitler, a costruire uno “Stato razziale” di nuovo tipo, Lotte Dann visse il segmento torinese della sua esperienza di studentessa straniera con grande intensità e passione, maturando profondi legami di appartenenza e affinità con l'Italia, la sua cultura e l'ambiente della ricerca sperimentale. Non bastarono le leggi razziali del 1938 e l'espulsione che per lei ne derivò, a disamorarla: in Italia sarebbe tornata nel dopoguerra, insieme a Paolo Treves, per una nuova vita e, appunto, per ricominciare da capo.

Lezioni di Teoria dei numeri (1916-17)

Se esiste un testo didattico da cui emergano le doti di insegnante e di oratore di Guido Fubini e la 'freschezza' del suo ingegno, ovvero la capacità di cogliere le linee di ricerca più promettenti, di acquisirle rapidamente e di saperle trasmettere nei suoi corsi, questo è il manoscritto litografato di Lezioni di Teoria dei numeri. Nel secondo semestre dell'a.a. 1916-17, in un'Università svuotata dalla guerra ed a poca distanza dalla scomparsa di R. Dedekind, Fubini sceglieva di presentare a un gruppo di allievi, quasi digiuni di algebra astratta, la teoria degli ideali, per poi avviarli allo studio delle forme quadratiche, degli interi algebrici di un campo, degli ideali di un anello, dei campi quadratici e ciclotomici, della geometria dei numeri. Allievo di Luigi Bianchi a Pisa, Fubini aveva forse ereditato dal suo maestro l'interesse per questi ambiti di ricerca e seppe costruire a Torino un corso di teoria dei numeri dall'architettura tanto originale quanto complessa, approdando a una sintesi armonica di due tradizioni di pensiero distinte: quella italiana e quella tedesca. Lezioni ricche, suggestive, quelle di Fubini, che dimostrano l'ampiezza di orizzonti culturali, il rigore metodologico, la precisione e chiarezza espositiva di questo illustre matematico e che costituiscono un documento di notevole valore nel quadro della storia degli insegnamenti scientifici offerti dall'Ateneo torinese nel primo Novecento.