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ORA. Un osservatorio sui temi delle discriminazioni nell’informazione locale del Piemonte
Che ruolo hanno i media locali nel rappresentare le differenti identità presenti sul territorio?
L’informazione locale adotta approcci e linguaggi corretti nel trattare le diversità oppure riproduce stereotipi e logiche escludenti che alimentano forme di discriminazione?
La realtà delle donne e delle persone disabili trova una rappresentazione adeguata e attenta nell’informazione locale del Piemonte?
In questo scenario è nata l’iniziativa congiunta di ORA (Osservatorio Regionale Antidiscriminazioni), una proposta fortemente voluta dall’associazione GiULiA Giornaliste, gruppo del Piemonte, eseguita insieme al Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino grazie al sostegno della Regione Piemonte. Tra il 1 luglio 2021 e il 31 marzo 2022 è stata realizzata una ricerca impegnativa, unica nel suo genere, in grado di dare risposte aggiornate e scientificamente valide. Il lavoro ha interessato diciannove testate locali e i servizi del TGR Piemonte di cui sono state lette e codificate ben 9.952 notizie, tra articoli e servizi, precisamente 7.526 sul genere e 2.426 sulle disabilità.
I sovrani della rete. Piattaforme digitali e limiti costituzionali al potere privato
Il volume intende indagare l’impatto delle piattaforme digitali sulle democrazie costituzionali; gli intermediari digitali, in un contesto in cui sembra venuta meno la congruenza tra Stato, territorio ed economia, si insidiano infatti nei luoghi lasciati liberi dai pubblici poteri e contribuiscono a produrre “le strutture sociali in cui viviamo”, ponendosi come arbitri, che pretendono di autolegittimarsi e di gestire, sfruttando l’asimmetria di conoscenza derivante dalla mole di dati a loro disposizione, gli spazi di libertà che essi stessi concedono agli utenti. Esercitano, in questo senso, un potere che esorbita largamente la sola sfera economica. Un potere che è, nei fatti, anche culturale e politico.
L’idea da cui muove la ricerca è allora quella di provare a mettere a confronto i meccanismi che informano il funzionamento dell’e-cosistema digitale e le risposte che il diritto, in particolare il diritto costituzionale, è chiamato a elaborare per governare tali fenomeni.
"High Performance Learning" Project Uno studio pilota sui bisogni formativi di insegnanti e genitori piemontesi, rispetto la fragilità cognitiva
Questo studio pilota, commissionato dall’Associazione Diritti Negati ODV e dalla Consulta per le Persone in Difficoltà in vista dell’attuazione del progetto High Performance Learning (HPL), nasce in particolar modo dalla consapevolezza della difficile inclusione scolastica di studenti e studentesse con fragilità cognitiva e intellettiva. La ricerca si inserisce in una realtà poco indagata, si constata infatti la carenza cronica di survey che a livello nazionale indaghino il tema dei bisogni (e delle risorse formative) di genitori e insegnanti rispetto al tema della fragilità cognitiva. Questo studio, che si svolto fra l’ottobre 2021 e l’aprile 2022, mira ad indagare attraverso un’indagine campionaria i bisogni formativi avvertiti dai genitori e dagli insegnanti ai/lle cui figli/e o alunni/e è stata riconosciuta una disabilità cognitiva (Legge 104/92) o certificata una fragilità cognitiva, e che frequentano le scuole primarie o secondarie di I e II grado nella regione Piemonte.
Il report analizza i bisogni percepiti dai due campioni e osserva come una maggior collaborazione e co-progettazione permetta una costruzione di percorsi di inclusione scolastica di studenti e studentesse BES. Osservando in modo speculare la situazione vissuta dai genitori e dagli/dalle insegnanti, due istituzioni fondamentali nel processo di socializzazione, il report fa emergere alcune aree di criticità che, se risolte, permetterebbero una maggior comunicazione fra scuola e famiglia e migliorerebbero l’ambiente di apprendimento.
Giovani dentro e fuori Un'indagine per conoscere la popolazione giovanile nella Casa Circondariale di Torino
La pubblicazione riporta i risultati di una ricerca volta a conoscere la popolazione dei giovani adulti reclusi nella Casa Circondariale di Torino. L’indagine, nata su stimolo della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, ha coinvolto nella sua realizzazione gli studenti e le studentesse della Clinica Legale Carcere e Diritti I del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino integrando, come è proprio del metodo clinico legale, obiettivi didattici e di ricerca con la terza missione dell’università.
La ricerca, condotta con un metodo quali-quantitativo, fotografa le condizioni sociali e detentive dei giovani reclusi. Ai dati dell’indagine fanno seguito, nella seconda parte della pubblicazione, contributi che affrontano i temi della dipendenza da psicofarmaci e del possibile supporto offerto da strumenti tecnologici, aprendo piste di riflessione sulla devianza giovanile.
Coniugando ricerca e policy, la pubblicazione si chiude aprendo la riflessione e formulando proposte concrete per migliorare le condizioni di detenzione dei giovani detenuti nelle carceri per adulti.
La responsabilità sociale nel turismo: un asset vincente per le Alte Valli
In questo risultato della ricerca si evidenziano le tematiche principali associate alla responsabilità sociale nel turismo che possono essere applicate al contesto delle Alti Valli. L’attuale business model della filiera legata al turismo non considera il concetto di responsabilità sociale. L’analisi che ha portato alla definizione del concetto di responsabilità sociale si concentra sul contesto Europeo individuando 173 articoli scientifici presenti su Scopus. Sulla base delle fonti individuate lo studio analizza attraverso l’analisi bibliometrica le variabili principali che identificando i pilasti su cui si basa e gli approcci che vengono adottati. L’analisi integra il business model composto da soggetti pubblici, privati e no profit e in grado di generare valore e rispondere ai bisogni del mercato, del territorio e della comunità con elementi di carattere ambientale, sociale, economico e tecnologico. Lo studio propone la possibilità di adottare la misurazione di elementi di responsabilità sociale attraverso diverse linee guida, approcci ed indicatori già esistenti nel contesto Europeo. Le linee guida sono state tradotte in buone pratiche mentre gli indicatori adottati si collocano all’interno di un approccio volto da un lato a misurare il cambiamento nel tempo, dall’altro a allocare i risultati in rapporto agli indicatori SDGs. Gli indicatori sono stati definiti e identificati sulla base dei possibili business model forniti dalla letteratura e dalla pratica all’interno dell’area delle Alti Valli e aree protette.
Criticità, potenzialità e fattori di implementazione del lavoro da remoto L’insegnamento del periodo pandemico sul territorio torinese
La ricerca “Criticità, potenzialità e fattori di implementazione del lavoro da remoto”, nata dalla collaborazione fra il Centro Luigi Bobbio per la Ricerca Sociale Pubblica e Applicata e l’Osservatorio su Università e Professioni dell’Università di Torino, indaga i modi e le eccezionali condizioni di implementazione dello smart working in periodo emergenziale, alla ricerca dei segnali di un cambio di orientamento verso il futuro all’interno delle imprese. Infatti, prima della diffusione del Coronavirus, in Italia il lavoro da remoto interessava una platea ridottissima di lavoratori e lavoratrici per una porzione molto limitata di giorni, inoltre le ricerche sociologiche rilevavano come il lavoro a distanza avesse molteplici implicazioni sia in relazione alla produttività aziendale sia al benessere dei lavoratori.
Per fare questo sono state interpellate 24 imprese (manifatturiere e dei servizi, per lo più di dimensioni medio-grandi e operanti sul territorio torinese nel settore privato).
L’analisi del materiale raccolto ha interessato numerosi temi: la situazione pregressa e la reazione di fronte all’evento pandemico, l’implementazione dello smart working, le conseguenze sull’organizzazione del lavoro, la formazione, le prospettive per il futuro. Questi sono stati ricondotti all’insieme dei processi di innovazione tecnologica, organizzativa e legati alla cultura aziendale che possono rivelarsi uno strumento per rispondere in maniera più pronta e appropriata alle sfide di un mercato sempre più globalizzato. I risultati della ricerca sono stati riletti in chiave di suggerimenti di policy per la futura implementazione strutturale del lavoro da remoto.
Six selected Master's theses by College of Europe students
De Europa et le Collège d’Europe à Natolin se lancent pour la quatrième fois dans la publication des meilleurs mémoires de fin d’études réalisés par les étudiants, cette fois-ci de la promotion 2021-2022 ayant eu pour patronne la juriste « Éliane Vogel-Polsky ».
À chaque fois, il s’agit d’un échantillon de travaux qui se démarquent par leur qualité intrinsèque et par la diversité de leurs centres d’intérêt, avec un point commun : celui d’être réalisés dans le cadre du programme interdisciplinaire d’études européennes du Collège d’Europe à Natolin.
Ce dernier, en offrant aux étudiants de chaque promotion l’occasion d’exprimer leurs talents, leur savoir, et enfin, leur engagement européen, joue un rôle incontournable dans la formation sur l’UE et pour l’UE.
Multilinguisme et variétés linguistiques en Europe à l’aune de l’intelligence artificielle
Multilinguismo e variazioni linguistiche in Europa nell’era dell’intelligenza artificiale
Multilingualism and Language Varieties in Europe in the Age of Artificial Intelligence
Ce numéro spécial de la revue De Europa a été élaboré à partir d’une réflexion interdisciplinaire et multilingue qui a été menée dans le cadre d’une recherche sur les droits, le multilinguisme et les variétés linguistiques en Europe à l’aune de l’intelligence artificielle à l’intérieur du projet Artificial Intelligence for European Integration promu par le Centre d’études européennes To-EU de l’Université de Turin et cofinancé par la Commission de l’Union européenne. Notre propos était de réfléchir plus généralement sur les conséquences négatives et/ou positives de l’IA sur les variétés linguistiques et le multilinguisme, ce dernier étant une valeur de l’UE. Ce que nous proposons par ce numéro est un livre inédit qui peut se vanter d’être parmi les premiers à s’occuper de ce type de thématique, du moins en Europe.
Il presente numero speciale di De Europa è il frutto di una riflessione interdisciplinare e multilingue maturata attorno a diversi eventi organizzati nell’ambito del panel concernente i diritti e le variazioni linguistiche in Europa nell’era dell’intelligenza artificiale all’interno del progetto Artificial Intelligence for European Integration, promosso dal Centro studi sull’Europa TO-EU dell’Università di Torino e cofinanziato dalla Commissione europea. L’interrogativo iniziale che abbiamo voluto sollevare è se l’IA potesse avere un impatto negativo sulle varietà linguistiche e sul multilinguismo, valore “aggiunto” dell’UE, o se potesse, e in che modo, divenire utile per la promozione di essi. Il volume, interamente inedito, può dirsi tra i primi ad affrontare, almeno in Europa, questo tipo di tematiche.
This special issue of De Europa is the outcome of an interdisciplinary multilingual reflection carried out on research into linguistic rights, multilingualism and language varieties in Europe in the age of artificial intelligence. It is part of the Artificial Intelligence for European Integration project, promoted by the Centre of European Studies To-EU of the University of Turin and co-financed by the European Commission. Our aim was to investigate more generally the negative and/or positive outcomes of AI on language varieties and multilingualism, the latter a key value for the EU. The result is a volume of original unpublished research being made generally available for the first time, at least in Europe.
Diario dalla fine del mondo
“Diario della fine del mondo” è la storia della resistenza personale di chi non vuole omologarsi a una mentalità ferina, è il tentativo di restare umani di fronte all’orrore che penetra nei gangli della vita di tutti i giorni, è il grido di una donna tramortita dal dolore per l’Ucraina, è il pianto inteso come reazione, lacrime che giungono cristalline e coinvolgono e che con ciò intaccano quotidianità anche relativamente lontane da quell’orrore.