Scritti in onore di Franco Pizzetti

I 64 contributi contenuti nei due Volumi degli Scritti in onore di Franco Pizzetti costituiscono la prova evidente dei suoi molteplici interessi scientifici e spaziano dai temi del regionalismo a quelli degli enti locali; dalla forma di governo e le riforme - istituzionali e costituzionali - al ruolo dello Stato nella regolazione anche economico-finanziaria; dalle Corti costituzionali ai diritti costituzionali; dal diritto amministrativo alla storia del diritto. Non vi è, infatti, alcuno di questi temi su cui Franco Pizzetti non abbia riflettuto e poi scritto sempre animato dall’idea che con lo scritto ci si pone inevitabilmente in dialogo con comunità diverse che costituiscono gli interlocutori naturali ed ineludibili del discorso pubblico: la comunità accademica, la società civile e quella politica.

Come decide la Corte dinanzi a questioni “tecniche”Incontri sulla giurisprudenza costituzionale (Torino, marzo-giugno 2019)

Il volume raccoglie gli atti relativi a un ciclo di incontri seminariali che si sono svolti, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, nella primavera del 2019. Il tema che attraversa i diversi contributi è quello della motivazione nelle decisioni costituzionali. Nel tempo la struttura delle decisioni della Corte è diventata sempre più articolata. La complessità delle questioni che la Corte è chiamata a decidere e l’elevato tasso di “tecnicismo” che ormai caratterizza la gran parte delle questioni di legittimità costituzionale spinge (o costringe) i giudici costituzionali ad adottare motivazioni analitiche, trasformando la natura delle sue stesse pronunce, che diventano anch’esse sempre più tecniche e tendenzialmente rivolte a un uditorio specializzato. Il risultato – soprattutto nelle materie maggiormente permeabili ai “vincoli tecnici” – è un tendenziale appannamento del “tono costituzionale” delle questioni e, per riflesso, delle stesse sentenze costituzionali. Tutto ciò con il rischio di assistere a una trasformazione del ruolo del giudice delle leggi.

Forze armate europee? Riflessioni e proposte per una politica della difesa europea

Il 15 maggio 2019 si tenne una giornata di studio presso il Comando per la Formazione e Scuola d’Applicazione dell’Esercito organizzata dalla Scuola stessa e dalla Cattedra Jean Monnet attivata presso il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università di Torino. Alcune delle relazioni presentate al convegno, insieme a contributi successivi, vengono pubblicate in questo volume collettaneo per vari motivi. Il primo, e più importante, è la messa in circolazione delle idee esposte. Il dibattito sul tema, infatti, è di stringente attualità nel mondo contemporaneo, sempre più insicuro, anche se poco approfondito se non in sede accademica e fra gli addetti ai lavori. Questa pubblicazione ha l’obiettivo di indurre il lettore a riflettere sul problema della difesa europea, fornirgli spunti di riflessione e di critica (nel senso greco del termine, ovvero del giudicare) affinché possa elaborare una valutazione o, meglio ancora, una presa di posizione personale basata sui fatti qui esposti. Il fatto che si discuta di “esercito europeo” è già da solo una buona motivazione e un successo per i relatori e gli organizzatori del convegno. Poco importa che si sia favorevoli o contrari; ciò che conta è disporre di sufficienti informazioni per essere consapevoli del problema e delle sfide che l’Unione Europea deve affrontare. Un altro motivo che ci ha condotti a questa pubblicazione è l’impegno e la dedizione dimostrata dai singoli relatori e dalle organizzazioni a vario titolo coinvolte nella riuscita dell’evento. Ad aprire la fila di queste è la Scuola d’Applicazione dell’Esercito, la quale nella figura del Generale Salvatore Cuoci conferma il suo interesse e la sua disponibilità al dibattito ed alla crescita del personale che tale istituzione è volta a formare. L’Università degli Studi di Torino costituisce poi la seconda colonna portante del successo dell’evento. Attraverso la Cattedra Jean Monnet, di cui è titolare il prof. Umberto Morelli, ha favorito la partecipazione di illustri studiosi e fornito i mezzi materiali necessari alla buona riuscita della conferenza. Ai singoli relatori va rivolto un ringraziamento particolare per la competenza, la passione e la dedizione profusa. Ci auguriamo, dunque, che il lettore trovi in queste pagine sia spunti di riflessione interessanti e stimolanti sia il piacere dell’approfondimento di un tema troppo ignorato dall’opinione pubblica.

Investire nella genitorialità Uno strumento per il rilancio e la resilienza dei territori negli scenari post-pandemici

Il prolungarsi dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 acuisce i problemi strutturali dei Paesi occidentali, rendendo non più procrastinabile l’intervento diretto ad affrontare le loro determinanti, oltre che i loro effetti socio-economici. Il crescente invecchiamento della popolazione, il permanente divario di genere, i sempre più incisivi fenomeni di impoverimento (specie delle famiglie con bambini piccoli), richiamano in particolare l’attenzione sul tema della tutela e promozione della genitorialità. Una dimensione del progetto di welfare che sin qui non ha ricevuto la giusta attenzione, nell’arena europea così come in quella italiana. Lo studio, nato da una collaborazione tra Fondazione ULAOP CRT e Università degli Studi di Torino, si propone pertanto di rilanciare il dibattito sul tema, richiamando l’interesse:
- sulle valenze della genitorialità e i bisogni di madri e padri;
- sul ruolo della promozione genitorialità nel disegno di welfare e le condizioni che possono trasformare tale linea di impegno in uno strumento che alimenta la crescita del capitale umano dei bambini e dei genitori e più in generale delle comunità;
- sul programma di rilancio delle politiche familiari in Italia, avviato dall’Esecutivo a fine 2019, e delle misure messe in campo per contrastare gli effetti dell’emergenza epidemiologica da Covid-19;
- sulle strategie che negli scenari post-pandemici potranno favorire – a mezzo di un qualificato investimento nella prima infanzia e nel sostegno alla genitorialità – il rilancio economico del Sistema Italia e il miglioramento dei livelli di coesione sociale.
L’argomentazione è supportata da un’indagine multitecnica che integra la rassegna della letteratura (scientifica, istituzionale e professionale) a circostanziati rilievi empirici, collezionati attraverso interviste in profondità a testimoni privilegiati e ricavati dai principali database statistici e dalle ricerche che, in tempo reale, hanno monitorato le trasformazioni dei comportamenti e delle esigenze delle popolazioni target nelle fasi di lockdown e di ripartenza.

Regioni e indirizzo politico: un itinerario tormentatoLe scelte in materia di istruzione e assistenza sociale

L’ipotesi, formulata già all’indomani della loro previsione, che le Regioni italiane fossero titolari di quella funzione di indirizzo politico che è tradizionalmente riconosciuta allo Stato, pur sostenuta sul piano teorico, è risultata più difficilmente verificabile nella prassi, in cui le dinamiche affermatesi nei rapporti fra i diversi livelli di governo hanno portato talvolta a dubitare della sua veridicità. Il lavoro prende in esame il tema dell'indirizzo politico delle Regioni ordinarie, soffermandosi, nella prima parte, sulle modalità e sugli aspetti problematici che ne hanno caratterizzato la determinazione e il perseguimento nel primo ventennio di vita dei nuovi enti e poi nel periodo successivo alle riforme degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Nella seconda parte le considerazioni hanno ad oggetto le scelte compiute dalle Regioni, soprattutto in seguito alla riforma costituzionale del 2001, in due settori correlati alla sfera dei diritti sociali, l'istruzione e l'assistenza sociale, nel tentativo di verificare se queste possano essere considerate espressive di un indirizzo politico proprio o costituiscano solo il risultato dei condizionamenti esercitati dallo Stato o del tentativo di emulazione di altre realtà territoriali.

Il Diritto Comparato e la Blockchain

La monografia esamina il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali attraverso il caso della blockchain. Si discute, in particolare, se la «rivoluzione tecnologica» costituisca un potere sovranazionale e capace di sovvertire la configurazione tradizionale dell’ordinamento giuridico, limitandone la funzione regolatrice dei rapporti socio-economici. A tale fine, il libro introduce, nella prima parte, le nuove geografie delle reti blockchain nel quadro concettuale offerto dalla dottrina del diritto comparato, analizza i formanti del «diritto» in detti contesti (i.e. l’architettura tecnologica, il mercato, le norme sociali ed il diritto statale) e si sofferma sul «nuovo» diritto privato che è il frutto della creatività dei programmatori (i.e. persona, proprietà e contratto). Nella seconda parte, il libro delinea il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali (i.e. conflitto di legge) e considera alcuni degli aspetti critici di tale rapporto, quali: il riconoscimento di tale innovazione nel diritto nazionale ed europeo, i modelli nazionali di regolamentazione delle criptovalute ed il rapporto fra la figura dello smart contract ed il diritto dei contratti. Nella terza parte, il libro sviluppa un’analisi critica della tecnologia intesa alla stregua di un «diritto globale», fermando l’attenzione su alcuni dei temi fondamentali della comparazione contemporanea, quali: il ruolo poteri privati globali, l’evoluzione della lex mercatoria (nel nostro caso definita: lex mercatoria ex machina) e la funzione regolatrice del contratto nei mercati digitali. L’ultimo capitolo del libro esamina i modelli di regolazione della blockchain e, infine, delinea alcuni degli strumenti utili per affrontare le problematiche emerse e disegnare un’evoluzione della regolazione giuridica basata sul mutamento del rapporto tra diritto e tecnologia.

La ninfa-pastora y sus variaciones de género y encuadre. Una baraja erógena desde la pastorela a Jáuregui

Un recorrido literario tras una pastora-ninfa, a veces amorosa y a veces huidiza, desde Cavalcanti a Juan de Jáuregui, pasando por Parabosco, Figueroa, Barahona de Soto y Góngora; trayectoria en la que, dada la multiplicada hibridación y las variadas formas que adquiere la pastoral, en una diacronía de dificilísimo y controvertido debate sobre prelaciones y derivaciones, resulta más útil y de mayor rendimiento el proceder que atiende a la variabilidad exponencial de una poética. O lo que es igual: entrelazar la lectura de los textos a manera de documenta para ver hasta qué punto se eslabonan en una cadena de significado y representación, tematológica y simbólica.

Tra emergenza, eccezione e precauzione: diritti e doveri di cittadinanza di fronte alla pandemia Covid-19

Il volume rappresenta il frutto di riflessioni sviluppate nel corso dell’edizione 2020 della Scuola di Cittadinanza Torino-Cuneo 2020, iniziativa di terza missione organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino. Obiettivo della Scuola è stimolare la riflessione e favorire la consapevolezza diffusa intorno ad alcune grandi problematiche collegate ai diritti e ai doveri di cittadinanza, sanciti dalla Costituzione italiana e dai documenti costituzionali sovranazionali. Destinatari di tale iniziativa sono stati quindi tutti i cittadini interessati a condividere un’occasione di confronto su tali problematiche. La copertina di questo volume evoca una rete di fili d’oro. Il richiamo è a una antica tecnica artistica giapponese - chiamata Kintsugi (金継ぎ) - che, di fronte a un vaso di porcellana ridotto in frammenti, suggerisce una ricomposizione dell’artefatto attraverso l’impiego di filamenti d’oro. Una tecnica che, al di là della dimensione estetica, risulta evocativa di tante cose: in primis, se qualcosa di prezioso si è rotto occorre impegnarsi per ricomporlo nel migliore dei modi, anche inventando strumenti e tecniche nuove. Ciò che viene ricomposto dopo una frattura può essere qualcosa di diverso e di nuovo, ma di altrettanto bello e prezioso. Ora, dinanzi alla pandemia Covid-19 la nostra quotidianità è stata attraversata da una frattura. Eppure, d’altra parte, il diritto è per sua natura chiamato a strutturare e a ri-comporre la comunità di persone cui si rivolge, plasmandone le regole di convivenza; in questo frangente specifico, il diritto - in tutte le sue branche - deve fornire delle risposte a istanze in larga parte nuove, oltre che impreviste e, in alcuni casi, di urgenza drammatica. Su tali questioni si soffermeranno dunque le riflessioni svolte negli interventi raccolti in questo lavoro, a partire da alcuni contributi introduttivi e ricostruttivi di carattere più generale (sezione prima), per svilupparsi poi in un confronto a più voci, con l’apporto di una pluralità di punti di vista e di esperienze, legate alle diverse branche del diritto (sezione seconda), senza trascurare la voce ed il punto di vista degli studenti, che hanno vissuto e stanno vivendo un’esperienza formativa anch’essa da tali vicende e problematiche profondamente segnata.

Euro-American Relations in the Age of Globalization: Risks and Opportunities

The special issue of De Europa on “Euro-American Relations in the Age of Globalization: Risks and Opportunities” includes multi-disciplinary approaches to the current Euro-American relations, with a focus on the new scenarios created by the Trump administration as well as at the crises and transformations in transatlantic relations during the three decades between 1989 and 2019.

Il doppio cognome: contenuto e limiti di un nuovo diritto

The work aims to analyze the current legislation on the transmission of the surname to the children in the Italian legal system, to verify if this rule respects the principle of equality between the parents and the principle of the protection of the child's personal identity. The rule of automatic transmission of the father's surname was indeed a glaring symbol of discrimination between parents, which reflected a deep-rooted background of inequality between men and women that can still be seen today. The decision of the Corte Costituzionale n. 286/2016 stated that parents can give their child the surname of the father, followed by the surname of the mother if both are in agreement. Nevertheless, there are issues that a jurisprudential decision, even if crucial for the matter, cannot resolve. In fact, the judgment doesn't solve the question of the accumulation of surnames in future generations, and doesn't decide whether the children of the same family should have the same surname. After a careful analysis of the issues that currently remained unresolved, hypotheses will be formulated to find solutions that are both respectful of the right of equality between parents and of the personal right of the child to have both branches of his family recognized in his surname. Lastly, the answers obtained from the interviews regarding the matter of the "double surname", in which several Italian municipalities participated, will be examined and will be subject to reflection.