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Maschilità e questioni politiche in Italia. Etnografia comparata su due forme di associazionismo maschile
This thesis displays an ethnographic research aimed at the exploration of the «politics of masculinity», which represent a phenomenon of «mobilizations and struggles where the meaning of masculine gender is at issue, and, with it, men’s position in gender relations» (Connell, 1996, 205). Given the shortage of academic and public debate, which historically concerns the themes of masculinity, the research focuses on the concept of crisis and its spread. In addition to its contribution to the growth of media interest and to the development of men’s studies in recent years, this notion has fostered the diffusion of the male voice in the shape of specific associations. This thesis takes into account two Italian experiences that are significant for their theoretical contrast about men’s studies. Bounded up with the social constructionism, Maschile in gioco (Rome) is a group that practises self-consciousness and belongs to the network of Maschile Plurale association, whereas Campo maschile (Brescia) is configured as a project in continuity with the Maschi Selvatici association and with its typically «essentialist» positions. From a methodological point of view, the participant observation – a functional technique for the investigation of form and content of the two case studies – is accompanied by the technique of «focused interview». These qualitative techniques are useful for studying experiences of which literature has already highlighted the contrast in terms of discursive repertoires: in the first case they are aimed at the deconstruction of masculinity, in the second at its reconstruction. However, by enhancing the «continuity» between content and form, the research lays particular stress on a common – even though oriented towards opposite directions – work, which involves the two case studies as all-male socialization agencies. In the end, the research emphasizes the recurrence of a model of masculinity close to intimacy – not far from the concept of «caring masculinities» (Elliott, 2015) – which unites the two case studies and is able, perhaps, to challenge the deep-rooted patriarchal system of our society.
Matematica e Fisica nella cultura e nella società. Atti del IX Convegno Nazionale di Didattica della Fisica e della Matematica DI.FI.MA. 2019. Torino, 9-10-11 ottobre 2019 - Liceo «M. D’Azeglio»
Il IX Convegno Nazionale di Didattica della Fisica e della Matematica, svoltosi a Torino nei giorni 9-11 ottobre 2019, ha focalizzato l’attenzione sull’impatto che la didattica di queste discipline può esercitare nella cultura e nella società attuali. Come di tradizione, la terza giornata è stata dedicata al GeoGebra Day. Nelle sessioni plenarie e nelle tavole rotonde si sono affrontati sia aspetti culturali più ampi che coinvolgono anche la società (“Storia e strumenti: valorizzare didatticamente il patrimonio scientifico delle scuole”,” Trasposizione culturale: dall’early algebra alla modellizzazione di fenomeni”), sia aspetti più prettamente didattici (“Conoscenze di fisica di base degli studenti al termine della scuola secondaria”, “La matematica e la fisica all’Esame di Stato. Luci e ombre, problemi e opportunità”, “Design di attività esplorative con GeoGebra a supporto dei processi argomentativi: il progetto STEP”).
Il Convegno ha raccolto circa 150 persone per ogni giornata, con la partecipazione anche di scuole provenienti da fuori della Regione Piemonte: circa il 20% nelle prime due giornate e circa il 28% nel GeoGebra Day.
Il Convegno è stato anche questa volta momento di riflessione e di scambio, con articolazioni a partire dalla scuola primaria fino ad arrivare alla scuola secondaria di secondo grado.
Cicerone, l'eloquenza, l'humanitas. Studi sull'Opera e la Fortuna di un orator e vir bonus romano Atti del Convegno interdisciplinare. Macerata, 13-14 novembre 2018
Il fascicolo III, 2, 2019 di Ciceroniana On Line ospita gli atti del Convegno interdisciplinare svoltosi a Macerata, il 13-14 novembre 2018, organizzato e curato da F. Boldrer e A. Fermani e dedicato al tema Cicerone, l'eloquenza, l'humanitas. Studi sull'Opera e la Fortuna di un orator e vir bonus romano.
Ciceroniana on Line volume III, 2, 2019 publishes the proceedings of the interdisciplinary conference Cicerone, l'eloquenza, l'humanitas. Studi sull'Opera e la Fortuna di un orator e vir bonus romano. The conference took place on November 13.-14., 2018, in Macerata and was organised by F. Boldrer and A. Fermani.
Ciceroniana on Line volume III, 2, 2019 publishes the proceedings of the interdisciplinary conference Cicerone, l'eloquenza, l'humanitas. Studi sull'Opera e la Fortuna di un orator e vir bonus romano. The conference took place on November 13.-14., 2018, in Macerata and was organised by F. Boldrer and A. Fermani.
Lezioni inedite di due corsi universitari
Fra i maggiori artefici del ‘risorgimento geometrico in Italia’, Corrado Segre offre uno degli esempi più alti del ruolo di maestro nella storia della matematica. I suoi corsi universitari sono una vera fucina di futuri ricercatori. La migliore testimonianza del suo duplice ruolo di caposcuola e di educatore è rappresentata dai 40 quaderni manoscritti in cui sviluppava con cura, ogni estate, l’argomento del corso che avrebbe tenuto nell’autunno successivo.
Emblematici sono i due quaderni che qui presentiamo, che raccolgono rispettivamente le lezioni del corso di Geometria superiore del 1890-91 e quelle del Corso di matematica che Segre tenne per quasi vent’anni alla Scuola di Magistero dell’università di Torino. Il primo, dedicato alla geometria sulla curva algebrica, costituisce la base della sua fondamentale memoria del 1894, Introduzione alla geometria sopra un ente algebrico semplicemente infinito, che, come scrive l’allievo Francesco Severi, contiene ‘le radici’ della geometria algebrica italiana. Nel secondo, Segre, partendo da alcune considerazioni sulla natura della matematica, sugli scopi dell’insegnamento, sull’importanza dell’intuizione e sul rigore, propone un approccio innovativo alla formazione degli insegnanti, legato da un lato al suo modo peculiare di fare ricerca e frutto, dall'altro, di un attento esame delle recenti riforme e delle problematiche didattiche dibattute in Europa.
Corrado Segre (Saluzzo 1863-Torino 1924), leader della Scuola italiana di geometria, ricoprì presso l’università di Torino la cattedra di Geometria superiore dal 1888 fino alla morte, e la carica di preside della facoltà di Scienze dal 1909-10 al 1915-16. Sotto la sua guida, fra il 1891 e il 1912, prese avvio a Torino la Scuola italiana di geometria algebrica che annoverava matematici di alto livello fra i quali G. Castelnuovo, F. Enriques, F. Severi e G. Fano, e che portò l'Italia ad assumere una posizione di primo piano (führende Stellung) sulla scena internazionale. La sua attività scientifica si esplicò in varie direzioni e in ciascuna di esse egli aprì nuove strade: la geometria proiettiva iperspaziale e i suoi fondamenti, la geometria birazionale, la geometria numerativa, la geometria proiettiva differenziale degli iperspazi e la geometria proiettiva nel campo complesso. Il corposo articolo Mehrdimensionale Räume (1921) per la Encyklopädie der Mathematischen Wissenschaften, sugli spazi a più dimensioni, è un modello di chiarezza e di eleganza.
Multilinguismo e funzione pubblica. Dal prestigio del modello francese
alla costruzione dell’identità europea
Il principio del multilinguismo postula il rispetto e l’equipollenza delle lingue ufficiali degli Stati membri. La lingua costituisce un bene culturale in sé e allo stesso tempo contrassegna l'identità della persona e del gruppo che la parla, rivestendo in ogni caso un ruolo fondamentale quale fattore privilegiato di integrazione sociale. Il rapporto che lega l'identità del singolo a quella di un gruppo e il grado di radicamento di quel gruppo in un dato territorio hanno importanti ricadute per quanto riguarda l'organizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, che realizza l'obiettivo di provvedere efficacemente alle esigenze dei cittadini quando si sintonizza sui loro bisogni. In questo contesto, l’attuazione del principio del multilinguismo si pone come una sfida alla realizzazione dello spazio giuridico europeo. Questo lavoro monografico si sofferma sul ruolo della lingua nella costruzione del modello francese, protagonista indiscusso delle vicende continentali fino al secondo conflitto mondiale e sulle conseguenze dei suoi processi di imitazione e ibridazione avvenuti in Italia, Belgio, Svizzera e Lussemburgo, dove la gestione della pluralità linguistica si riflette sulla forma di Stato in ragione dell'articolazione del territorio, delle vicende storiche, della civilisation nel suo senso più esteso.
Ricominciare sempre da capo
Da Augsburg a Monaco, da Torino a Londra, e poi ancora a Roma, Parigi, negli Stati Uniti e in Israele, gli scenari del percorso biografico di Lotte Dann Treves si susseguono in questo suo diario, al ritmo tempestoso di un Novecento segnato da dittature, persecuzioni e guerre. Lo racconta, non senza ironia, la protagonista, allieva negli anni trenta di Giuseppe Levi, nel prestigioso Istituto di Anatomia dell'Università di Torino, dove si formarono i premi Nobel, Rita Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco. Profuga da una Germania intenta, agli ordini di Hitler, a costruire uno “Stato razziale” di nuovo tipo, Lotte Dann visse il segmento torinese della sua esperienza di studentessa straniera con grande intensità e passione, maturando profondi legami di appartenenza e affinità con l'Italia, la sua cultura e l'ambiente della ricerca sperimentale. Non bastarono le leggi razziali del 1938 e l'espulsione che per lei ne derivò, a disamorarla: in Italia sarebbe tornata nel dopoguerra, insieme a Paolo Treves, per una nuova vita e, appunto, per ricominciare da capo.
Il libro ritrovato
Era il 1915 quando Vittorio Cian e Vittorio Rossi decisero di raccogliere in un volume alcuni tra gli scritti meno noti del loro maestro e amico, scomparso prematuramente da pochi mesi. Allo scopo di celebrarne la prestigiosa carriera era stata pubblicata, tre anni prima della sua morte, un'ampia raccolta di Scritti vari di erudizione e di critica. Tuttavia il progetto del volume postumo intendeva presentarsi quale ulteriore «tributo ... di riverenza e d'amore», meno ufficiale e più intimamente legato agli interessi dell'amico scomparso, maestro della Scuola storica ma anche, pur in modo meno eclatante di Arturo Graf, intellettuale sensibile alle sollecitazioni del suo tempo. A distanza di cento anni dall'abbandono di quel progetto editoriale, arrivato fino in bozza presso l'editore Laterza con l'imprimatur di Benedetto Croce, Il libro ritrovato offre oggi al lettore la possibilità di scorrere ben ventinove saggi che rivelano l'eclettica personalità intellettuale del professore trevigiano, attento osservatore della storia culturale, estimatore d'arte, critico letterario curioso e aperto a una prospettiva cosmopolita e mitteleuropea.
Comunismo e Socialismo. Storia di un’idea
Nei due testi inediti redatti a Parigi e al confino di Avigliano in Basilicata, un giovane Franco Venturi, intellettuale in formazione, appassionato della cultura e della politica degli anni Trenta, presenta una Storia dell'idea comunista e socialista, che riaffiorerà poi, carsicamente, nelle sue riflessioni successive. Egli rivela in queste pagine un aspetto diverso della sua personalità di storico, autore del celebre Settecento riformatore. La figura del militante antifascista, con una salda cultura filosofica e politica, s'intreccia ai turbamenti di chi sente il peso tragico della realtà contemporanea. Il vitalismo dell'idea settecentesca di natura che diede forma all'economia e alla politica è al centro della riflessione sulla nascita dell'idea comunista e costituisce il punto di riferimento del manoscritto parigino del 1939. Emergono qui con chiarezza un metodo e una forma che Venturi opponeva agli schemi rigidi della cultura marxista nella Parigi degli anni Trenta, dove Élie Halévy teneva le sue conferenze e il giovane figlio dello storico dell'arte Lionello Venturi frequentava i gruppi di 'Giustizia e Libertà'. Nell'immobilità forzata del confino, qualche anno più tardi, Venturi collegherà il comunismo settecentesco alla riflessione sul socialismo ottocentesco, su Marx, sulla socialdemocrazia, sulla rivoluzione russa, tessendo quell'ordito che spiega come lo storico dell'illuminismo divenne anche l'autore del Populismo russo.
Lezioni torinesi di Storia del diritto
Nello svolgimento delle sue lezioni, Patetta trattò principalmente della storia delle fonti del diritto italiano, come risulta anche da dispense raccolte da studenti. Nel corso dell'a.a. 1930-31, dedicò una parte del suo corso, allora biennale, alla Storia del diritto penale in Italia nell'alto medioevo. Le lezioni furono raccolte dall'allieva Evelina Dubosc, e Patetta si limitò ad autorizzarle. Nel ripercorrere e nel ripensare la figura di Patetta come insegnante le dispense di Storia del diritto penale appaiono interessanti ancora oggi, in quanto si collocano come un momento di approfondimento nel campo penalistico di nozioni generali sulle vicende storiche delle fonti. Oltre alle dispense relative al corso di storia del diritto penale, si propone la ristampa delle lezioni di Storia delle fonti del diritto italiano, raccolte e curate, per l'a.a. 1931-32, dall'allievo Alberto Alberti, autorizzate dal docente. Esse si possono collegare a quelle delle lezioni di storia del diritto penale dell'anno precedente. Patetta aveva qui seguito rigorosamente, nell'esposizione delle norme penali, le sue consuete partizioni cronologiche della storia del diritto in Italia e le sue teorie sulle vicende e sulle influenze degli ordinamenti giuridici succedutisi in Italia nell'alto medioevo. La Storia delle fonti del diritto di Patetta, seppure a distanza di decenni, si presenta uno strumento scientifico interessante e, in parte, ancora valido. L'insegnamento di Patetta ha infatti segnato un vasto settore della storiografia giuridica e in questo quadro le dispense devono oggi essere lette.
Lezioni di Teoria dei numeri (1916-17)
Se esiste un testo didattico da cui emergano le doti di insegnante e di oratore di Guido Fubini e la 'freschezza' del suo ingegno, ovvero la capacità di cogliere le linee di ricerca più promettenti, di acquisirle rapidamente e di saperle trasmettere nei suoi corsi, questo è il manoscritto litografato di Lezioni di Teoria dei numeri. Nel secondo semestre dell'a.a. 1916-17, in un'Università svuotata dalla guerra ed a poca distanza dalla scomparsa di R. Dedekind, Fubini sceglieva di presentare a un gruppo di allievi, quasi digiuni di algebra astratta, la teoria degli ideali, per poi avviarli allo studio delle forme quadratiche, degli interi algebrici di un campo, degli ideali di un anello, dei campi quadratici e ciclotomici, della geometria dei numeri. Allievo di Luigi Bianchi a Pisa, Fubini aveva forse ereditato dal suo maestro l'interesse per questi ambiti di ricerca e seppe costruire a Torino un corso di teoria dei numeri dall'architettura tanto originale quanto complessa, approdando a una sintesi armonica di due tradizioni di pensiero distinte: quella italiana e quella tedesca. Lezioni ricche, suggestive, quelle di Fubini, che dimostrano l'ampiezza di orizzonti culturali, il rigore metodologico, la precisione e chiarezza espositiva di questo illustre matematico e che costituiscono un documento di notevole valore nel quadro della storia degli insegnamenti scientifici offerti dall'Ateneo torinese nel primo Novecento.