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- Collezione: Dipartimento di Giurisprudenza
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Il Diritto Comparato e la Blockchain
La monografia esamina il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali attraverso il caso della blockchain. Si discute, in particolare, se la «rivoluzione tecnologica» costituisca un potere sovranazionale e capace di sovvertire la configurazione tradizionale dell’ordinamento giuridico, limitandone la funzione regolatrice dei rapporti socio-economici. A tale fine, il libro introduce, nella prima parte, le nuove geografie delle reti blockchain nel quadro concettuale offerto dalla dottrina del diritto comparato, analizza i formanti del «diritto» in detti contesti (i.e. l’architettura tecnologica, il mercato, le norme sociali ed il diritto statale) e si sofferma sul «nuovo» diritto privato che è il frutto della creatività dei programmatori (i.e. persona, proprietà e contratto). Nella seconda parte, il libro delinea il rapporto fra la tecnologia globale ed i diritti nazionali (i.e. conflitto di legge) e considera alcuni degli aspetti critici di tale rapporto, quali: il riconoscimento di tale innovazione nel diritto nazionale ed europeo, i modelli nazionali di regolamentazione delle criptovalute ed il rapporto fra la figura dello smart contract ed il diritto dei contratti. Nella terza parte, il libro sviluppa un’analisi critica della tecnologia intesa alla stregua di un «diritto globale», fermando l’attenzione su alcuni dei temi fondamentali della comparazione contemporanea, quali: il ruolo poteri privati globali, l’evoluzione della lex mercatoria (nel nostro caso definita: lex mercatoria ex machina) e la funzione regolatrice del contratto nei mercati digitali. L’ultimo capitolo del libro esamina i modelli di regolazione della blockchain e, infine, delinea alcuni degli strumenti utili per affrontare le problematiche emerse e disegnare un’evoluzione della regolazione giuridica basata sul mutamento del rapporto tra diritto e tecnologia.
Regioni e indirizzo politico: un itinerario tormentatoLe scelte in materia di istruzione e assistenza sociale
L’ipotesi, formulata già all’indomani della loro previsione, che le Regioni italiane fossero titolari di quella funzione di indirizzo politico che è tradizionalmente riconosciuta allo Stato, pur sostenuta sul piano teorico, è risultata più difficilmente verificabile nella prassi, in cui le dinamiche affermatesi nei rapporti fra i diversi livelli di governo hanno portato talvolta a dubitare della sua veridicità. Il lavoro prende in esame il tema dell'indirizzo politico delle Regioni ordinarie, soffermandosi, nella prima parte, sulle modalità e sugli aspetti problematici che ne hanno caratterizzato la determinazione e il perseguimento nel primo ventennio di vita dei nuovi enti e poi nel periodo successivo alle riforme degli anni Novanta e dei primi anni Duemila. Nella seconda parte le considerazioni hanno ad oggetto le scelte compiute dalle Regioni, soprattutto in seguito alla riforma costituzionale del 2001, in due settori correlati alla sfera dei diritti sociali, l'istruzione e l'assistenza sociale, nel tentativo di verificare se queste possano essere considerate espressive di un indirizzo politico proprio o costituiscano solo il risultato dei condizionamenti esercitati dallo Stato o del tentativo di emulazione di altre realtà territoriali.
Come decide la Corte dinanzi a questioni “tecniche”Incontri sulla giurisprudenza costituzionale (Torino, marzo-giugno 2019)
Il volume raccoglie gli atti relativi a un ciclo di incontri seminariali che si sono svolti, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, nella primavera del 2019. Il tema che attraversa i diversi contributi è quello della motivazione nelle decisioni costituzionali.
Nel tempo la struttura delle decisioni della Corte è diventata sempre più articolata. La complessità delle questioni che la Corte è chiamata a decidere e l’elevato tasso di “tecnicismo” che ormai caratterizza la gran parte delle questioni di legittimità costituzionale spinge (o costringe) i giudici costituzionali ad adottare motivazioni analitiche, trasformando la natura delle sue stesse pronunce, che diventano anch’esse sempre più tecniche e tendenzialmente rivolte a un uditorio specializzato. Il risultato – soprattutto nelle materie maggiormente permeabili ai “vincoli tecnici” – è un tendenziale appannamento del “tono costituzionale” delle questioni e, per riflesso, delle stesse sentenze costituzionali. Tutto ciò con il rischio di assistere a una trasformazione del ruolo del giudice delle leggi.
Scritti in onore di Franco Pizzetti
I 64 contributi contenuti nei due Volumi degli Scritti in onore di Franco Pizzetti costituiscono la prova evidente dei suoi molteplici interessi scientifici e spaziano dai temi del regionalismo a quelli degli enti locali; dalla forma di governo e le riforme - istituzionali e costituzionali - al ruolo dello Stato nella regolazione anche economico-finanziaria; dalle Corti costituzionali ai diritti costituzionali; dal diritto amministrativo alla storia del diritto. Non vi è, infatti, alcuno di questi temi su cui Franco Pizzetti non abbia riflettuto e poi scritto sempre animato dall’idea che con lo scritto ci si pone inevitabilmente in dialogo con comunità diverse che costituiscono gli interlocutori naturali ed ineludibili del discorso pubblico: la comunità accademica, la società civile e quella politica.
L’amministrazione pubblica con i big data: da Torino un dibattito sull’intelligenza artificiale
A maggio 2019, pareva pionieristico parlare di big data e di intelligenza artificiale come strumenti di lavoro per le pubbliche amministrazioni; non così a poco più di un anno di distanza, dimostrando la lungimiranza nel sapere vedere una pubblica amministrazione capace di cogliere le sfide che l’innovazione tecnologica stava ponendo.
Questo libro raccoglie prospettive inedite, nate dal dialogo tra studiosi del diritto pubblico e dell’informatica che, a rileggerlo oggi, mostra come il connubio tra questi due mondi scientifici sia imprescindibile per la ricerca del XXI secolo.
Anche il luogo in cui si tenne questo convegno non è irrilevante: Torino. Città che a breve accoglierà l’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale, a dimostrazione che l’interesse per il tema ha assunto nel corso del tempo una notevole attualità, anche fuori dall’Accademia.
L’idea è che la potenza del diritto è capace di interagire con gli strumenti dell’innovazione tecnologica (come l’intelligenza artificiale), non per bloccarne il suo avanzare, ma per legittimarlo verso prospettive compatibili con i diritti e i principi di una millenaria tradizione giuridica.
Il “sapere nuovo” che emerge dalla lettura di questo libro è dunque un sapere capace di orientare il lettore tra le potenzialità e le sfide che la società dell’informazione e della comunicazione offre e pone alle Istituzioni pubbliche, alle quali si chiede di sapersi adattare con sapienza e capacità in vista del miglior perseguimento del fine dell’interesse pubblico.
Access to Water and CommodificationA Comparative Legal Analysis of the Bottling Phenomenon
How does the bottling phenomenon impact on the fundamental value of access to water? It influences the way people drink and affects their possibility to access the resource, either economically or physically. This work analyses the role of law in the uprising of this phenomenon focusing on the implications on water distribution. Bottling regulations contain a tension in the legal conceptualisation of water as an essential resource and as a commodity. This tension encompasses the discourses on privatisation of public or common goods and is used to investigate the processes of accumulation by dispossession that it triggers.
Through a comparative approach this work engages in a distributional analysis of the French, the Italian and the British legal regimes to unveil the hurdles of using property, a legal institution constructed around land, to govern water distribution.
Speriamo che sia femmina: l’equilibrio fra i generi nelle società quotate e a controllo pubblico nell’esperienza italiana e comparata
L'opera analizza, in prospettiva giuridica oltre che sociologica ed economica, la normativa interna, a partire dalla Legge Golfo-Mosca, nelle sue evoluzioni, come azione positiva correttiva alla diseguaglianza di genere negli organi amministrativi e di controllo delle società italiane. Prima dell’adozione di tali interventi correttivi, le società quotate e quelle a controllo pubblico erano caratterizzate da un elevato livello di sottorappresentazione femminile, da leggersi nel più ampio quadro della diseguaglianza di genere nel mondo del lavoro, acuita dalla cd. Shecession innescata dalla pandemia. La chiave di lettura è arricchita attraverso un’approfondita disamina delle scelte, talora eterogenee, di altri ordinamenti e il confronto con i modelli di soft law, nonché attraverso una riflessione di ampio respiro sugli approcci unionali, culminati nella Proposta di Direttiva COM (2012) 614 final, caratterizzata da un iter altalenante non ancora giunto a compimento.
Studi in memoria di Massimo Roccella
Il volume, nato con l’intento di riannodare un dialogo con Massimo Roccella a dieci anni dalla sua scomparsa, si articola in tre aree tematiche di centrale importanza nell’attuale orizzonte giuridico e politico e rispetto alle quali egli ha svolto, nella sua ricca produzione scientifica, riflessioni di perdurante rilievo: quella dei salari e della povertà lavorativa, quella del lavoro flessibile e precario nella complessa collocazione fra subordinazione e autonomia e quella della sempre problematica fisionomia dell’Europa sociale. I numerosi saggi raccolti nel volume proiettano nel contesto odierno ragionamenti e intuizioni di Massimo Roccella, mostrandone la persistente attualità.
L’esonero da responsabilità
L'esigenza delle parti di tutelarsi dalle conseguenze pregiudizievoli del proprio inadempimento sin dal momento in cui s'instaura il rapporto obbligatorio e la necessità dell'ordinamento di stabilire le condizioni entro le quali debba ammettersi una deroga alla disciplina legale della responsabilità rappresentano uno dei problemi centrali della civilistica contemporanea, per il suo essere insieme antico e attuale, metastorico e dinamico, perché muta all'evolversi del concetto di contratto e di quello di responsabilità, intimamente legato al diritto interno ma con una vocazione trans-ordinamentale. Da quando il divieto di esonero da responsabilità è stato codificato nell'art. 1229 cod. civ., la globalizzazione della prassi, l'evoluzione del quadro delle fonti, e con essa del contesto assiologico, e la rivoluzione tecnologica, soprattutto digitale, hanno introdotto nel sistema nuovi elementi di complessità che impongono un ripensamento delle questioni sottese alla norma. In particolare, occorre interrogarsi sul significato attuale dei requisiti di validità cui l'art. 1229 cod. civ. subordina le clausole di esonero da responsabilità e sul criterio per individuare le clausole da sottoporre al controllo di compatibilità con la norma. Al tal fine non si può prescindere, sotto il profilo metodologico, da uno studio sulla genesi del divieto di esonero, che ne illumini la ratio autentica, e da una riflessione su come altri ordinamenti hanno affrontato, nel tempo, il problema. Questi saranno, rispettivamente, l'inizio e la fine del presente lavoro, con l'anello di congiunzione di un'analisi ragionata della casistica giurisprudenziale. L'obiettivo ultimo sarà quello di proporre un'interpretazione evolutiva dell'art. 1229 cod. civ., capace di conciliare la vetustà della formula con l'attualità del problema.
Diritti e doveri oltre l'emergenza? Dalla pandemia Covid-19 verso nuovi modelli di convivenza
Questa pubblicazione rappresenta la seconda tappa di un percorso avviato lo scorso anno, con l’intento di elaborare, a partire dalle lezioni svolte nel contesto della Scuola di Cittadinanza Torino – Cuneo organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, una riflessione sui diritti e i doveri di cittadinanza nel tempo presente.
L’edizione di quest’anno è maturata in un contesto (reale, ed anche politico e mediatico) nel quale l’emergenza derivante dalla pandemia Covid-19, pure sempre presente e centrale, è risultata in qualche modo per lo meno prevista, messa in conto. E maggiormente “gestita”, pur tra tensioni e contraddizioni, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista delle regole del vivere civile. Con la prospettiva di un processo che conduca, auspicabilmente, “oltre l’emergenza”.
Sulla base di questa cifra del tempo presente che ci è parso di cogliere e che abbiamo provato ad interpretare, l’edizione della Scuola di Cittadinanza di quest’anno, nella volontà di dare una continuità ma anche uno sviluppo alle riflessioni dello scorso anno, si è soprattutto interrogata sui riflessi – su una varietà di ambiti comunque connessi a diritti e doveri fondamentali – di questa fase di lunga, incompiuta, a volte controversa fuoriuscita dall’emergenza.
Alla seconda parte del presente Volume, che raccoglie i contributi elaborati a partire dalle lezioni della Scuola tenute nell’anno 2021, si è scelto di anteporre una prima parte destinata, da un lato, ad approfondire il tema dell’insegnamento dell’educazione civica nella scuola primaria e secondaria (tema centrale nella prospettiva della Scuola di Cittadinanza e del dialogo auspicato tra Università e scuola sul tema dei diritti e dei doveri fondamentali), e dall’altra parte a valorizzare i contributi di giovani studiosi che, con ruoli diversi e in fasi diverse del loro percorso, si sono confrontati con il mondo della ricerca universitaria, in uno spirito complessivo di dialogo tra punti di vista, esperienze e persino linguaggi diversi.